Citroën C3 Aircross

Le “sfuriate” modaiole che nascono e si alimentano grazie alle dinamiche del mercato sono sempre curiose perché le capisci un po’ meglio solo quando sono passate. Facendo qualche esempio a caso, era difficile valutare quanto e se fossero fighi o brutti i pantaloni a zampa d’elefante nell’esatto momento storico in cui erano di moda. E il velluto? E le giacche di jeans? E poi c’è stato un momento in cui lo zaino sembrava triste e la tracolla ti faceva sembrare un boss, oggi chi ne sa di moda è pronto a giurare il contrario. Qui si parlava di scelte di stile, ma il discorso vale, ovviamente, anche per le auto. In Italia siamo storicamente legati alle station wagon che però oggi sono state un po’ accantonate, mentre abbiamo assistito alla rinascita della berlina 3 volumi, arrivando infine al SUV che abbiamo voluto, comprato e utilizzato e negli ultimi anni, forse presi da una crisi di coscienza collettiva, rimpicciolito e trasformato in crossover.

Tra le auto vendute in Europa nei primi sei mesi del 2018 praticamente una su tre è un SUV o crossover. Si tratta di un incremento del 20 percento in un mercato cresciuto circa del 2,9 percento. Qui siamo tra amici, quindi, mi prendo licenza e vi dico quel che penso. Il problema dei crossover è che sono spesso mezzi di trasporto validi, ma quasi tutti soporiferi. Un pensiero in realtà condiviso da molti perché se provate a digitare su Google le parole “crossover” e “noioso” la lista di quel che viene fuori è una saga, con risultati in qualunque lingua. La buona notizia è che c’è chi si impegna e non si limita a buttare una carrozzeria un po’ più grossa sul telaio di un’utilitaria.

La C3 rappresentò un punto di svolta per Citroën quando venne presentata sul mercato nel 2002, non solo per i risultati commerciali ma anche per la nuova verve che portava. Era un’auto nuova, diversa, non banale. Seguendo questa strada, la C3 Aircross che vedete qui è un buon antidoto alla noia imperante nel mondo crossover. Sostituisce la C3 Picasso con linee moderne che le donano un aspetto 3.0, meno monovolume e più SUV, caratterizzato da un doppio colpo d’occhio iniziale: i fari su due livelli e le strisce sui finestrini posteriori laterali. Nel mondo automotive l’attenzione al cliente è sempre stata un po’ compressa, più o meno da tutti, nella semplice equazione: attenzione = assistenza post vendita, mentre Citroën ha capito che la vera attenzione la si trova anche nelle cose apparentemente superflue, come il design e la personalizzazione. Se guidi una C3 Aircross, non guidi –una- Aircross. Guidi la TUA Aircross.

Sono disponibili 8 colori per la carrozzeria a cui vanno aggiunte 3 diverse colorazioni per il tetto e 4 Pack Color. Tutto questo si traduce in 85 combinazioni possibili. Senza dimenticare le opzioni per i cerchi, con copricerchi o in lega diamantati, da 16 e 17 pollici. Ah, e ci sono anche le 5 varianti per gli interni. Non sono mai stato forte in aritmetica, ma il risultato della somma di queste opzioni penso sia quello che anche nei club di matematici verrebbe definito come “un sacco” di combinazioni possibili.

Nell’abitacolo la Aircross somiglia molto alla C3 da cui deriva e si presenta con sedili ampi e morbidi, tetto panoramico e un display da 7 pollici dove è possibile controllare tutto, dal clima al navigatore fino al sistema multimediale. A proposito di navigatore, se per caso non vi trovaste bene con il Tom Tom integrato, la C3 Aircross supporta Mirror Link, Android Auto e Apple Car Play. C’è anche una base di ricarica wireless per lo smartphone nello “svuotatasche” dietro alla leva del cambio. La C3 Aircross ha dimensioni relativamente ridotte (4,16 metri in lunghezza e 1,76 di altezza) ma lo spazio è ben utilizzato. Il bagagliaio ha una capienza di 410 litri ma si può arrivare fino a 520 perché i sedili posteriori sono scorrevoli e possono anche essere reclinati completamente per permettervi di caricare anche oggetti molto lunghi (fino a 2,4 metri) come ad esempio gli sci, che fa tanto. E qui, gli amanti del marketing mi ringrazieranno, lifestyle e leisure.

Per quanto riguarda la sicurezza, C3 Aircross vi aiuta con una dozzina di sistemi integrati tra cui assistenza per i punti ciechi, segnalazione di cambio corsia, retrocamera per la retromarcia e assistenza al parcheggio. C’è pure l’head-up display che riproduce navigatore, cartelli stradali e velocità a cui si sta andando. 

La C3 Aircross è disponibile solo con trazione anteriore, ma rispetto alla C3 “standard” guadagna in altezza dal suolo e la guida in fuoristrada, per chi volesse, viene coadiuvata da hill descent control, ovvero assistenza in caso di terreno particolarmente sdrucciolevole in discese ripide, e dal grip control.

Per il mercato italiano sono disponibili 5 varianti di motore, tre a benzina da 82, 110 o 131 cavalli e due diesel da 99 e 120 cavalli rispettivamente. Il cambio è manuale per tutte, ma è disponibile anche un sequenziale a 6 marce per il diesel da 120 cavalli e il 1,2 benzina da 110. Io ho guidato il diesel (anche AdBlue) da 99 cavalli che in quanto a cavallaggio si piazza quasi esattamente nel mezzo tra tutte le opzioni disponibili. La si guida come fosse una nuvola, anche grazie alle sospensioni morbide, non aspettatevi accelerazione gravitazione in curva, ma potete aspettarvi il comfort. E consumi molto contenuti. Durante la mia prova il consumo è rimasto intorno ai 20 km con un litro. 

La Aircross non è un certo un cavallo da corsa e nemmeno un mulo da lavoro. È piuttosto un gatto di compagnia. A occhio le attribuiresti un prezzo superiore a quello che poi effettivamente costa (a partire da 15.700 per le versioni a benzina e 18.550 per le versioni diesel) e in cambio ti offre comodità e un pochino di energia in più perché, al netto dei pregi e difetti oggettivi, il più grande vantaggio di quest’auto è intangibile: ce ne sono pochissime di crossover gradevoli e divertenti. La Aircross è una di queste.

Testo e foto di Alessandro Renesis

Altre foto a questo link: Drive Tribe 

15/10/2018

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