Il nostro "lato oscuro" al volante

Quanto successo a luglio in Valsusa mi ha colpito profondamente. Sarà perché sono un motociclista, sarà perché molto spesso mi capita che qualcuno mi tagli la strada o forse perché mia moglie in moto siede sempre dietro di me. Non so perché, ma ho riflettuto tanto su quel brutto incidente, oggi all’attenzione della magistratura sotto forma di reato (omicidio volontario). La ragazza, passeggera in moto, è morta sul colpo, trascinata dal furgone e poi schiacciata sul guard-rail. Il ragazzo che guidava la moto è attualmente in coma in ospedale.

Il Presidente dell’ACI Sticchi Damiani è già intervenuto per consigliare saggiamente a tutti di non rispondere alle provocazioni. L’amico Nico Cereghini ha suggerito di lasciar perdere, perché non sai mai chi c’è nell’altro abitacolo.

Volendo trovare la ragione più profonda di quella brutalità, ho telefonato a un vecchio amico, il dottor Claudio Danieli, Direttore del Servizio di Medicina dello Sport dell’ATS Milano Città Metropolitana. Claudio è anche psicoterapeuta, ma soprattutto ha sempre un approccio molto famigliare, molto vero, mai serioso. Stavolta è andato anche oltre. Sarà l’estate ormai scoppiata, sarà il caldo, ma il Dottor Danieli non si è tirato indietro e ha indossato tutta la sua ironia.

Caro Claudio, mi sei venuto in mente per cercare di capire perché al volante quasi chiunque diventi nervoso, se non addirittura violento, con una disarmante facilità. Ma come è possibile?

Perché, in realtà, il mezzo che governiamo è inconsciamente un prolungamento del nostro membro.

No, ti prego, non mi dire che dovremmo fare i conti con Freud anche al volante.

Beh fra le tante cose che Freud ha detto, ce n’erano anche alcune giuste! Per esempio, c’è uno studio scientifico americano che ha cercato di dimostrare che chi suona tanto il clacson in auto ha una pessima attività sessuale.

Mi vuoi dunque dire che il sogno di una città silenziosa rimarrà un miraggio?

Più o meno. Tenendo conto che alcuni potrebbero obiettare che al sud Italia il clacson si usa di più, ma quella è un’altra questione.

Claudio, sinceramente, cosa è scattato secondo te nella mente di quell’uomo che guidava il furgone? 

Pensiamo ai fatti. I giornali riportano che il furgone non ha dato un precedenza al motociclista, il motociclista si è vendicato mandandolo a quel paese, il furgone a quel punto lo ha rincorso per due km e lo ha deliberatamente schiacciato contro un guard-rail. L’assenza di segni di frenata sull’asfalto dimostrerebbe l’intento di vendetta, ma lasciamo che sia la giustizia a dire queste cose. Da medico, invece, mi limito ad osservare che sia verosimile pensare che quell’autista - come hanno detto - fosse sotto l’influsso di sostanze illecite. L’alcol (se ti trattava di alcol) blocca i freni inibitori, per cui una persona mite, sotto l’influenza di alcol o droga, può diventare una persona pericolosa.

Ma, scusa, mi vuoi dire che chiunque con un bicchiere di troppo può diventare una persona pericolosa? O è necessario avere nel profondo già una personalità disturbata?

Eh certo, è proprio la personalità disturbata che viene fuori. Ma troppo spesso non ti accorgi di chi abbia una personalità malata.

Ma non dipende anche dal momento? Voglio dire, ci sono giorni in cui io guido, sono felice e non mi arrabbio mai e altri giorni in cui mi basta un nulla per innervosirmi.

Se è per questo, c’è anche chi da 25 anni sostiene che ci sia addirittura un influsso climatologico sul nostro comportamento e sulla nostra salute. Uno studio clinico dell’Istituto di Idrologia Medica dell’Università di Pavia, ha dimostrato che quando per esempio soffia il Föhn, l’aria è più carica di particelle elettropositive. Queste influiscono sull’emoglobina, che è una ferro-proteina in grado di legare l’ossigeno al sangue, riducendo così la sua capacità di ossigenazione del sangue. In poche parole, questo significa che in quei giorni si è più nervosi, aumentano gli ictus e gli infarti e via dicendo. Sono fatti questi, non opinioni.

Claudio, mi viene voglia di non uscire più di casa.

Veramente basterebbe comprarsi un ozonizzatore.

Un cosa? Un nuovo optional da richiedere al concessionario?

Purtroppo no, ma in futuro potremmo proporre di inserirlo negli optional di serie sulle auto. Un ozonizzatore costa tra i 10€ e i 20€ e si alimenta con la presa dell’accendisigaro. Si tratta di un antennino che emette particelle elettronegative, che aumentano la capacità di legare l’ossigeno al sangue.

Ritorniamo nell’abitacolo della nostra auto. Sono più inclini alla violenza gli uomini o le donne? A me pare gli uomini..

Le donne tendono all’isteria, gli uomini alla violenza.

A parte l’ozonizzatore, cosa proporresti culturalmente per rendere le nostre strade più sicure dal punto di vista comportamentale?

Il rispetto degli altri che, purtroppo, noto che va diminuendo. Per esempio, il “mi scusi” preventivo.

Ovvero?

Prima ancora di fare un illecito per strada, per esempio non rispettare uno stop, molta gente ora alza già la mano e, guardandoti con la faccia di tolla, ti fa segno con la mano come a volersi scusare del comportamento sbagliato che ancora non ha fatto. Assurdo!

A me preoccupano quei bambini che, crescendo nell’abitacolo accanto a genitori maleducati, ne assorbono la maleducazione.

Ahinoi, hai ragione. I bambini nascono tutti uguali, sono poi le famiglie che li rovinano oppure li rendono vincenti. Sta a noi migliorare, abbiamo una responsabilità verso il futuro straordinariamente importante. Ma non ce ne accorgiamo.

Hai un ultimo un aneddoto per me, Claudio?

Per esempio, io ho cercato di parlare sempre alle mie figlie di come essere intelligenti o di come fare cose intelligenti, ma non di essere furbe o di “farsi furbe”. C’è una grande differenza, sebbene nel mondo di oggi la furbizia vinca sull’intelligenza, ma è una vittoria malata, solo a breve termine.

Ma, Claudio, dimmi la verità, tu al volante come ti comporti?

Come tutti gli altri, ma cercando di non fare il furbo.

E ci riesci?

Ogni tanto.

 

di Roberto Rasia dal Polo

direttore@TurismoinAuto.com