Cantine Coppo (AT)

Guidare fino a Canelli è puro divertimento. Un saliscendi continuo lungo le colline. L'accoglienza alle Cantine Coppo è calda, alla faccia di chi pensa che ai piemontesi come gente arcigna perché abituata a sgobbare. Ci sono tutti, comprese le "nuove leve" Edoardo Grillo e Max Coppo, che lavorano in azienda e rappresentano la quarta generazione della famiglia. Tramandare storia, tradizione e cultura spiega la meravigliosa complessità di questi territori. La sede di Via Alba è un "laboratorio" di qualità che unisce uffici accoglienti, macchinari moderni e cantine ottocentesche in mattoni rossi. Uno spettacolo.
“L’azienda è un’attività vinicola con una piccola produzione anche spumantistica, sia nel metodo Classico che nel metodo Martinotti. Produciamo circa 400-420.000 bottiglie ripartite in vini dolci, rossi e bianchi e spumante. Vendiamo  circa il 50% in Italia e il 45% all’estero” dice Paolo Coppo, responsabile commerciale. 
“Svizzera, Germania e Stati Uniti sono le destinazioni più importanti all'estero. Puntiamo inoltre su paesi come Brasile e Messico che si stanno affacciando al mondo del vino”.
Decisiva resta però l’Italia e in questo mercato la ristorazione ha un ruolo importante per insegnare a bere bene. Prima di tutto per liberare gli amanti del vino da un “pensiero statico”, come lo chiama Paolo Coppo. “Il vino resta un piacere. Per cui chi intendesse accoppiare vino bianco all’arrosto non esiti a farlo.” Ovvio: con il bollito piemontese l’ideale è un gran bel rosso, “dalla barbera giovane fino ad una barbera d’Asti importante”. E allora niente “pensiero statico”, ma soprattutto evitare la cattiva informazione.
“Non chiediamo aiuti particolari allo stato, ma che almeno non insista con i disincentivi. Perché la campagna per la tutela dei giovani dai superalcolici sta massacrando anche i produttori vinicoli” conferma Gianni Coppo, AD dell’azienda. 
È bene tenerlo a mente considerata l’importanza del settore per l’export italiano. Ma quale danno fisico volete che faccia "lo stare piacevolmente a tavola in buona compagnia per 2-3 ore consumando una  bottiglia da 0,75 l?"
È ormai provato che Il 90% degli incidenti stradali avviene in maggioranza a causa di giovani ‘sballati’ che escono dalle discoteche”. 

Così, meglio tornare a parlare di qualità del vino, un dovere per le cantine Coppo. 

“Il disciplinare della barbera parla di 90 quintali di uva a ettaro, ma se si vuole fare eccellenza si deve puntare al massimo sui 60 quintali di uva a ettaro. O anche meno. 



Ecco spiegato come mai il nostro resti un prodotto di fascia alta di prezzo. Tre nomi su tutti: Pomorosso Barbera d’Asti, Monteriolo, uno chardonnay e Brut Riserva Coppo Millesimato per gli spumanti”.

www.coppo.it


Testo di Bruno Pampaloni.
Foto di Roberto Rasia dal Polo.